PER IL RESTO DELLA MIA VITA… … ci sono due giorni che non mi preoccuperanno mai più: il primo è ieri, con i suoi errori e le sue lacrime, le sue follie e le sue sconfitte. Ieri è passato per sempre, è fuori dal mio controllo. L’altro è domani, con le sue trappole e le sue minacce, i suoi pericoli e i suoi misteri. Finchè il sole non sorgerà di nuovo, non avrò nessun interesse nel domani, perché non è ancora nato. Questo è il mio giorno! Questo è il mio unico giorno! L’oggi è tutto quello che esiste! L’oggi è tutto il resto della mia vita ed io mi impegno a comportarmi di conseguenza… Per il resto della mia vita mi impegno a: … salutare tutti quelli che incontro con un sorriso e non con un cipiglio, con una dolce parola di incoraggiamento e non di disapprovazione, o, peggio ancora, con il silenzio; … comprendere che la vita mi compenserà sempre alle condizioni che io stesso stabilisco, e che quindi se non faccio mai niente più rispetto a quello per cui sono compensato, non ho motivo di richiedere o di aspettarmi qualcosa in più; … pormi delle mete da raggiungere entro la fine della giornata, perché so che andare alla deriva senza uno scopo da un’ora all’altra mi lascia solo una destinazione, il porto della miseria; … rammentare a me stesso, continuamente, che il successo ha un prezzo e che devo essere pronto a valutare le sue gioie e le sue ricompense in rapporto a quelle parti preziose della mia vita che devo sempre dare in cambio per raggiungerlo; … impegnarmi a realizzare quanto c’è di meglio in me, sapendo che non ho l’obbligo di raggiungere una grande ricchezza o il successo, ma ho solo l’obbligo di essere fedele a quanto può esserci in me di più alto e più grande; … accettare me stesso come sono senza mai permettere alla mia coscienza o al mio senso del dovere di costringermi ad uno schema di vita progettato esclusivamente a beneficio altrui; … resistere alla tentazione di superare i successi altrui, poichè questo patetico eppure comune desiderio non è altro che un segno di insicurezza e debolezza ed io non sarò mai me stesso se mi misuro con un modello altrui. Per il resto della mia vita, mi impegnerò a fare agli altri quello che vorrei gli altri facessero a me, a prodigarmi di più, ogni ora, di quanto non ci si aspetti, a pormi delle mete e a tener stretti i miei sogni, a ricercare il bene in ogni avversità che mi accade, a compiere tutti i miei doveri con entusiasmo e amore e, soprattutto ad essere sempre e solo me stesso…!!! Con l’augurio che la vita vi porti a tutti i sogni che vuoi realizzare. |
lunedì 24 dicembre 2007
PER IL RESTO DELLA MIA VITA
lunedì 17 dicembre 2007
incidente
Incidente stradaleUn uomo e una donna si scontrano in un incidente automobilistico.Le due auto sono distrutte, anche se nessuno dei due e' ferito.Riescono a strisciare fuori dalle macchine sfasciate e la donna dice all'uomo: "Non riesco a crederci: tu sei un uomo ... io una Donna. E ora guarda le nostre macchine: sono completamente distrutte eppure noi siamo illesi. Questo e' un segno: il destino ha voluto che ci incontrassimo e che diventassimo amici e che vivessimo insieme in pace per il resto dei nostri giorni ."E lui: "Sono d'accordo: deve essere un segno del cielo!"La donna prosegue: "E guarda quest'altro miracolo ... La mia macchina e' demolita ma la bottiglia di vino che avevo dentro non si e' rotta. Di certo il destino voleva che noi bevessimo questo vino per celebrare il nostro fortunato incontro ..."La donna gli passa la bottiglia, lui la apre, se ne beve praticamente meta' e la passa a lei... Ma la donna richiude la bottiglia senza berne neppure una goccia.L'uomo le chiede: "Tu non bevi??"E lei risponde: "No ... io aspetto che arrivi la polizia stradale"
venerdì 14 dicembre 2007
L'amore
Nessuno accende una lampada per nasconderla dietro la porta: lo scopo della luce è diffondere dell´altra luce intorno, far aprire gli occhi, mostrare le meraviglie circostanti.. Nessuno offre in sacrificio la cosa più importante che possiede: l´amore. Nessuno consegna i propri sogni nelle mani di coloro che possono distruggerli. Nessuno può manipolare un´altra persona: in un rapporto entrambe le persone sanno ciò che fanno, anche se poi una potrebbe lamentarsi di essere stata usata. L´amore arriva, si insedia e dirige tutto. Solo le anime forti si lasciano trasportare." |
venerdì 7 dicembre 2007
ALBERO DI NATALE
Il piccolo Albero di Natale
C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale, non vedeva l’ora di poter mettersi addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza.
E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: "Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande". Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati. Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti.
Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno, con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via. Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza. Chissà dove sarebbero finiti!
Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo.
E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino. Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
C’era una volta un piccolo albero di Natale che, quando parlava con mamma albero di Natale e papà albero di Natale, non vedeva l’ora di poter mettersi addosso le palline colorate, i festoni argentati e le lampadine. Sognava ogni notte il suo momento, entrare nel salotto buono, gustarsi i sorrisi gli auguri in famiglia, lasciarsi sfuggire una lacrima di resina dalla contentezza.
E venne finalmente il giorno del piccolo albero di Natale. Venne scelto quasi per caso tra tanti amici alberi di Natale anche loro. Pensava: "Adesso è venuto il mio momento, adesso sono diventato grande". Il viaggio fu lungo, incappucciato di stoffa bagnata per non perdere il verde luminoso dei rami ancora giovani. Tornata la luce, il piccolo albero di Natale si trovò nella casa di una famiglia povera. Niente palline, niente festoni, solo il suo verde scintillante faceva la felicità dei bambini che lo stavano a guardare con gli occhi all’insù, affascinati. Era il loro primo albero di Natale. Subito fu deluso, sperava di poter dominare una sala ricca di regali e di addobbi eleganti.
Ma passarono i giorni e si abituò a quella casa povera ma ricca di amore. Nessuno aveva l’ardire di toccarlo. Venne la sera di natale e furono pochi i regali ai suoi piedi ma tanti i sorrisi di gioia dei bambini che per giorni erano rimasti a guardarli sotto il suo sguardo severo per cercare di indovinare che cosa ci fosse dentro. Venne il pranzo di Natale, niente di speciale. Venne Capodanno, con un brindisi discreto, ma auguri sinceri. E venne anche l’Epifania e il momento di andare via. Questa volta non lo incappucciarono. Lo tolsero dal vaso, gli bagnarono le radici e tutta la famiglia lo accompagnò verso il bosco. Era felice di ritornare con mamma albero di Natale e papà albero di Natale. Passando per la strada vide tanti suoi amici, ancora con le palline colorate e i fili d’oro e d’argento, che lo salutavano. Ma c’era qualcosa di strano, erano tutti nei cassonetti della spazzatura, ricchi e sventurati, piangevano anche loro resina, ma non per la contentezza. Chissà dove sarebbero finiti!
Ora il piccolo albero di Natale è diventato un abete grande e possente, ha visto tanti figli andare in vacanza per le feste. Qualcuno è ritornato, sano o con un ramo spezzato. Lui guarda da lontano la città dove i bambini del suo Natale lo hanno amato e rispettato. Perché è un albero di Natale, albero di Natale tutto l’anno, perché Natale non vuol dire essere buoni e bravi solo il 25 dicembre, perché Natale può essere ogni giorno. Basta volerlo come quel piccolo albero di Natale che ci tiene compagnia sulla montagna, anche se lontano, anche se non lo vediamo.
E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino. Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
mercoledì 5 dicembre 2007
cenerentola
Cenerentola ora ha la veneranda età di 75 anni e si trova agli> sgoccioli di una vita passata felicemente assieme a suo marito, il> principe azzurro, il quale è aimè spirato da pochi anni.> Cenerentola passa le sue giornate nel terrazzo della sua casetta,> seduta su di una sedia a dondolo, osservando il mondo con il suo> gattone Bob sulle ginocchia, felice e spensierata.>> Una bella sera, da dentro una nuvola scende all'improvviso la fata> Madrina, e Cenerentola stupita le domanda con grande enfasi:> Mmmmaadrinaaaaa!!!!! Dopo tanti anni ti rivedo!!! Cosa fai qui?> E la fata risponde: dall'ultima volta che ti ho visto hai vissuto una> vita esemplare....c'è qualcosa che posso fare per te? Qualche> desiderio che potrei esaudirti? Cenerentola confusa e sbalordita,> allarga le braccia e arrossendo dall'emozione, esclama: mi piacerebbe> essere immensamente ricca!>> In un istante la sua vecchia casa dirupata era diventata come per> magia un castello nuovissimo. Cenerentola è impressionata. Il suo> fedele gatto Bob si spaventa e si allontanta dalla sedia. Cenerentola> grida: grazie Mmmaadrinaaa!!!!! La fata allora le risponde: ma mia> cara non è niente, te lo meriti! Cos'altro vorresti che si esaudisse?> Cenerentola china il capo.. osserva le impronte che ha lasciato il tempo > sul suo corpo e dice:> mi piacerebbe tornare di nuovo giovane e bella come un tempo!>> Quasi contemporaneamente si ritrova addosso la bellezza degli anni> passati. Cenerentola comincia allora a provare dentro di sè cose che> ormai nn ricordava più..cose come passione, ardore, amore.. Allora l> fata l> dice: tii resta u ultimo desiderio. Che cosa vuoi cara? Cenerentola,> incredula d tutta questa magnanimità della madrina, punta gli occhi> sul suo povero micione (spaventato d questo sguardo) e dice: vorrei> che t trasformassi i mio fedele gatto Bob i un bellissimo principe!>> Magicamente, Bob si trasforma in un magnifico uomo, un principe così> bello che le rondini non possono evitare di fermare il proprio volo> per ammirarlo.> La fata Madrina le dice in conclusione.. auguri Cenerentola. Goditi la> tua nuova vita! E riparte come una scintilla verso la nuvola dalla> quale era venuta..> Nel frattempo, Cenerentola e Bob si guardano con tenerezza e desiderio> negli occhi. Poi Bob le si avvicina, la prende tra le sue possenti> braccia e le sussurra piano piano nell'orecchio: scommetto che ora ti> sei pentita di avermi castrato brutta stronza!
lunedì 3 dicembre 2007
Potrebbe essere la soluzione.......
La vita dovrebe essere vissuta al contrario.
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e cosi tricchete
tracchete il trauma è bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e aprezzi il fatto che vai
migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene e la prima cosa che fai e andare
alla posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio.Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, lerughe scompaiono
Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.
Lavori quarant'aani finche non sei cosi giovane da sfruttare
adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari
per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici,
senza alcun tipo di obblighi e responsabilta', finche non sei bebè.
Quando sei sufficentemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti
conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo
e sereno, in un posto riscalsato con roou service e tanto affetto,senza che nessuno
ti rompa i coglioni.
E alla fine abbandoni guesto mondo in un orgasmo!!!!!!!!!!
Filippo
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e cosi tricchete
tracchete il trauma è bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e aprezzi il fatto che vai
migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene e la prima cosa che fai e andare
alla posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio.Col passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, lerughe scompaiono
Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.
Lavori quarant'aani finche non sei cosi giovane da sfruttare
adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari
per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici,
senza alcun tipo di obblighi e responsabilta', finche non sei bebè.
Quando sei sufficentemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti
conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li passi flottando tranquillo
e sereno, in un posto riscalsato con roou service e tanto affetto,senza che nessuno
ti rompa i coglioni.
E alla fine abbandoni guesto mondo in un orgasmo!!!!!!!!!!
Filippo
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La-nostra-vita
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